Una lunga ed infinita storia di un diritto che si dà per scontato!!”
– di Adriana Domeniconi –
Non desidero riportare percentuali matematiche, ma solo alcuni concetti che però discendono proprio dalle percentuali e dai numeri. Tutti sappiamo che ad ogni tornata elettorale si perde un pezzetto di elettorato. La discesa sembra inarrestabile, quasi fosse un destino inevitabile: il famoso fato dei greci la cui responsabilità è da addebitare solo agli dei, e che vede gli uomini costretti a rimanere estranei, impotenti e succubi docet
L’ astensionismo al voto è diventata quasi una consuetudine
E’ questo un discorso miope, perché in questo modo si stravolge lo stesso concetto di democrazia. Concetto che, dalla Grecia classica del VI secolo a. C., è giunto a noi nel suo significato più autentico di potere del popolo. Potere che esercitato, in vario modo, rimane pur sempre emanazione della volontà popolare, volontà che si esprime con una partecipazione attiva ed inclusiva. Un grande dal punto di vista culturale della politica italiana, un personaggio di enorme spessore: Giulio Andreotti in una intervista a chi gli domandasse perché il suffragio universale mettesse lo scienziato alla pari dell’uomo che non ha neppure frequentato la scuola dell’ “obbligo”,rispondeva: “la sapienza non viene solo dalla scuola o dai titoli accademici. Vi è una sapienza del cuore che spesso è più viva in coloro che sono classificati tra la gente semplice e che non hanno quasi mai la tentazione di montare in superbia”.Ecco perché tutti coloro che tendono a vedere le elezioni quasi come fossero esclusivamente un dovere o una perdita di tempo, non ricordando le tante battaglie che i nostri antenati hanno dovuto affrontare per conquistare il diritto di votare e di poter eleggere i propri rappresentanti politici commettono un errore madornale e proprio perché non desiderano essere coinvolti, non sono incolpevoli
Sebbene negli ultimi anni sembra sempre più difficile poter contare qualcosa su scala nazionale, il voto è comunque uno degli elementi principali su cui si basa la nostra democrazia. Non votare, o vendere il proprio voto per pochi spiccioli, vuol dire, quindi, non onorare chi si è battuto per questo diritto, ma anche non riconoscere il principio di uguaglianza. E il mio pensiero è rivolto specialmente alle Donne che con tanto spirito di sacrificio e acerrime lotte hanno ottenuto il diritto di votare grazie alle tante “sorelle” che si sono anche immolate e sacrificate per ottenere il diritto al voto che per l’altra metà del cielo era precluso.”Una lunga ed infinita storia di un diritto che si dà per scontato!!”
Il suffragio femminile ,cioè l’estensione del diritto di voto alle donne ,ha le sue origini moderne nel XVIII secolo,in Francia ,durante la Rivoluzione francese, ma è soltanto nel 1948 che tale diritto viene introdotto nella legislazione internazionale,quando le Nazioni Unite adottarono la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo,che all’articolo 21 fa riferimento alla partecipazione dei cittadini al governo del proprio paese secondo i modi del<< suffragio universale e paritario>> In Italia il primo voto <<politico>>,concesso alle donne (nelle elezioni amministrative immediatamente precedenti avevano già potuto esprimere la loro preferenza), è il referendum per la scelta tra la monarchia e la repubblica e l’elezione dell’Assemblea costituenti, entrambi svoltisi il 2 giugno 1946,
quando alle donne fu concesso finalmente non solo di votare ,ma anche di poter essere elette partecipando così attivamente alla vita politica del Paese Il diritto di voto fu il risultato di una conquista lunga e difficile ,desiderata con determinazione,tenacia e volontà dai movimenti femministi tra fine Ottocento e Novecento ,ma che non corrispose di fatto ad un reale diritto di cittadinanza : la donna infatti rimaneva esclusa da un reale processo di emancipazione e da un trattamento davvero paritario : è doveroso ricordare ,ad esempio,che in Italia solo nel 1963 si concede la possibilità di carriera negli uffici pubblici ,ed è del 1997 la Direttiva che stabilisce ed impone che in tutte le leggi si faccia sempre riferimento anche alla donna e non solo all’uomo. Un altro provvedimento, straordinario e abbastanza rivoluzionario per quel periodo ancora buio per il destino di noi donne ,fu il Decreto legislativo n. 198 dell’11 aprile 2006 ,che rese attivo il Codice delle pari opportunità tra uomo e donna ,in pratica una raccolta coordinata di tutte le disposizioni di legge relative alla tutela delle donne. Se dovessimo volgere lo sguardo al passato facendo riferimento ai diritti dell’uomo e della donna si metterebbe in luce l’immensa eredità che ci è stata trasmessa dalle generazioni che ci hanno preceduto. Il fatto eclatante e estremamente innovativo del momento storico che stiamo descrivendo è che ai beni dell’eguaglianza ,del diritto al lavoro,alla salute ,alla libertà di opinione ,di culto,di movimento ,di dignità ,così come all’accesso a tanti altri beni della stessa natura ,tra il 1945 e il 1946 ,si è aggiunto in Italia il diritto elettorale attivo e passivo anche per le donne ; (cioè da quel momento le donne potevano votare –diritto attivo e potevano candidarsi alle cariche politiche per essere elette –diritto passivo) .Questa conquista è stata ritenuta un grande successo ed un grande patrimonio di cui anche il nostro Paese si è arricchito e che oggi,a settanta anni di distanza ,consideriamo come un dono ricevuto e un dato acquisito .Non ci soffermiamo mai a pensare come dietro a questa meraviglioso traguardo ci sia stato un fermento di idee con relative battaglie e strategie messe in campo ed attuate per portare a termine il tanto agognato risultato. La stessa cosa ci succede con tanti altri privilegi e beni che abbiamo ricevuto dalle nostre paladine del passato e che, oggi,sono diventati irrinunciabili a volte non si riflette e non si considera tutto ciò come un tesoro stupendo che ci è stato regalato perché siamo troppo presi a rincorrere nuove mete ed inseguire traguardi che consideriamo più attuali. Così finisce che non pensiamo a tutelare quello che abbiamo ricevuto dandolo per scontato senza considerare il sacrificio che è costato ottenerlo. Senza pensare che nessuno ci può garantire ,per assurdo, che lo avremo per sempre !! L’indifferenza ,la sufficienza e il distacco che si sono evidenziati e rivelati dalle percentuali crescenti di astensione al voto e di assenza ai seggi nelle consultazioni elettorali degli ultimi anni ci rendono particolarmente preoccupate di non saper cogliere l’importanza e la consapevolezza di questo diritto mettendoci in allarme!! Ricordiamoci quindi come questa modesta o umile manifestazione di cittadinanza anche femminile sia ormai equiparata agli uomini in particolar modo per quanto riguarda il voto ,bene prezioso, che è stato oggetto di conquista faticosa . Non mi stancherò mai di ripeterlo! Molti sono stati gli ostacoli da superare per ammettere che maternità e politica non sono in opposizione o per respingere forme di carità pelosa cioè concessioni o favori fatti per interesse o per secondi fini ed ancora adulazione da parte degli uomini che si dicevano contrari al voto delle donne per salvarne la dolcezza . Primo fra tutti gli ostacoli ,l’idea di concedere il voto in nome della specificità femminile e non della cittadinanza e dell’eguaglianza ,a cui hanno fatto seguito calcoli quantitativi ,come quello per cui per ogni donna che veniva inserita nelle liste elettorali c’era un uomo che veniva escluso ,o il timore che la partecipazione politica delle donne intaccasse l’unità familiare ,o snaturasse la fisionomia politica del Paese. E poi la paura dell’astensionismo ,dell’influenzabilità ,del conservatorismo ,della presunta apatia femminile (l’indifferenza di cui le donne sono accusate) e il sospetto che le donne si limitassero a far da portavoce degli interessi del loro sesso. Particolari di grande interesse e credibilità è scoprire la descrizione dell’atmosfera rarefatta dei comizi femminili ,le emozioni del voto ,l’imbarazzo di fronte alla novità delle cabine ,l’incertezza per l’abbigliamento adatto a presentarsi al seggio ,nonché i problemi connessi al pericolo di annullare le schede con eventuali tracce di rossetto Quindi si potrebbe concludere affermando : Il rossetto conquistò la scheda!!!