Gio. Set 18th, 2025

Mercato del lavoro 2025: cresce l’occupazione, ma i lavoratori chiedono di più

Stabile, ma ancora fragile. Il mercato del lavoro italiano cresce nei numeri, ma mostra segnali di tensione sotto la superficie. I dati raccontano una ripresa, ma i lavoratori sembrano inseguire qualcosa di diverso dalla semplice stabilità.


Nel 2025 il mercato del lavoro italiano si muove in una direzione duplice: da un lato crescono gli occupati, dall’altro emergono nuove, profonde esigenze che mettono in discussione i vecchi paradigmi occupazionali. I dati dell’Istat relativi a marzo parlano chiaro: rispetto al 2024, ci sono 450.000 occupati in più, con un aumento dell’1,9% su base annua. Eppure, nella fotografia mensile, l’occupazione arretra leggermente: -0,1% rispetto a febbraio, pari a 16.000 unità in meno.

Cambia la natura dei contratti: crescono i lavoratori stabili e gli autonomi, calano i dipendenti a termine. Un piccolo segnale, forse, di un mercato che prova a consolidarsi. Ma se si guarda ai giovani, il quadro resta critico: il tasso di disoccupazione giovanile tocca il 19%, quasi uno su cinque è fuori dal mercato.

E i numeri, da soli, non bastano. Perché dietro il lieve miglioramento si celano criticità strutturali. L’industria è in sofferenza: la produzione ha subito una contrazione del 7,1% nell’ultimo trimestre del 2024, colpendo settori chiave come mezzi di trasporto, tessile e metallurgia. Solo i servizi sembrano reggere, trainati da turismo, logistica e digitale.


Il nodo delle competenze e della qualità del lavoro

Oltre i numeri, resta una frattura profonda tra domanda e offerta di lavoro. Le imprese cercano figure tecniche e digitali, ma non le trovano. Il mismatch di competenze è ormai un’emergenza strutturale. Un paradosso in un Paese che ha alti livelli di disoccupazione e al tempo stesso migliaia di posizioni scoperte.

E poi c’è un’altra crepa, forse più difficile da misurare: la qualità del lavoro. Secondo il report Salary Guide 2025 di Hays Italia, l’80% delle aziende è pronta ad assumere, ma oltre la metà dei lavoratori è insoddisfatta del proprio impiego. Il 40% dichiara apertamente di voler cambiare. Non è solo una questione salariale: pesano la mancanza di crescita, la precarietà, il carico psicologico.


Il PNRR e le politiche attive: opportunità o occasione mancata?

In questo scenario, le politiche attive del lavoro sono centrali. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza promette investimenti in formazione, digitalizzazione, accompagnamento al lavoro. Ma i ritardi nella messa a terra dei progetti rischiano di svuotarne l’impatto.

La sfida è culturale oltre che economica. Serve un patto tra istituzioni, imprese e sistema educativo per formare competenze adatte al mercato di oggi, ma anche per ripensare il lavoro nella sua funzione sociale, nella sua sostenibilità, nel suo equilibrio con la vita privata.


Verso una nuova cultura del lavoro?

Alla fine, una domanda s’impone. Se i lavoratori oggi si mostrano sempre più attenti alla qualità del tempo impiegato, alla soddisfazione personale, al benessere psicologico, siamo forse di fronte a una nuova cultura del lavoro?

Forse non è più la durata di un impiego a fare la differenza, ma il valore che quel lavoro restituisce a chi lo svolge. Forse è l’effetto collaterale positivo della digitalizzazione, che ha ridisegnato i confini tra lavoro e vita privata. O forse è una nuova consapevolezza generazionale, legata all’idea che il tempo è una risorsa finita e preziosa.

È possibile che i lavoratori di oggi – a differenza di ieri – non vogliano più solo un posto fisso, ma un lavoro che abbia senso, che lasci spazio alla vita, e che non consumi tutto il tempo disponibile?


Fonti:

  • Istat, “Occupati e disoccupati (dati provvisori) – Marzo 2025”

  • INTOO, “Occupazione e mercato del lavoro: scenari e previsioni per il 2025”

  • Hays Italia, “Salary Guide 2025”

  • Next Talent Academy, “Manodopera in Italia: sfide e tendenze del mercato 2025”

  • Economy Magazine, “Lavoro 2025: più assunzioni, ma 8 su 10 a tempo determinato”

Lascia un commento